Commoventi. Concentrati, coinvolti, espressivi, dei bravi attori a tutti gli effetti. E soprattutto capaci di trasmettere le emozioni di tante di quelle storie minute di 70 anni fa che fecero, tutte insieme, la nostra Storia, che sono alle origini del nostro Paese così come l'hanno conosciuto le nostre generazioni. Commoventi, appunto. Lo sono stati questa mattina gli studenti dell'Istituto professionale superiore "Lombardini" di via Vivaldi, appartenente alla stessa dirigenza dell'Istituto di istruzione superiore "Alessandrini", i quali sul palcoscenico del cinema-teatro Al Corso di corso San Pietro hanno messo in scena l'opera teatrale dal titolo "La porta della libertà". Bravissimi i giovani attori e tutto lo staff di coloro che li hanno preparati, seguiti, formati e condotti fino a questa esibizione così gradevole e allo stesso tempo forte per il pubblico presente in sala, fatto quasi esclusivamente di loro compagni e insegnanti, tra i quali le due responsabili del corso che ha portato a questa performance, le prof. Chiara Mereghetti e Daniela Bergonzoli. Bravissimi, oltretutto, per avere concesso anche "il bis": il programma della mattinata li ha infatti visti esibirsi per due volte consecutive, alle 8.30 e poi di nuovo alle 10.45. Una commozione, quella che ragazze e ragazzi hanno saputo suscitare, dovuta soprattutto al contenuto e alla trama del testo, prima ancora che alla loro indiscutibile bravura nell'interpretarlo. Di particolare efficacia gli stacchetti rap realizzati e proposti dai ragazzi della classe III A Sociale. Una storia nella quale l'ascesa del fascismo, l'avventura al fianco dei tedeschi, le dimissioni di Mussolini e la sua sostituzione col maresciallo Badoglio, l'intervento degli Alleati, l'armistizio, l'oppressione nazista, l'eliminazione e la persecuzione degli ebrei, la Resistenza e la lotta di liberazione sono realtà palpitanti dentro la quotidianità di ragazzi che all'eopca dei fatti avevano per lo più la stessa età di questi nostri ragazzi di oggi. Una storia che si conclude con la riconquista della libertà, bene supremo, ma a costo di tanto dolore, sudore e sangue e del sacrificio, tra gli altri, di un giovane prete che, pur tra le sue contraddizioni e debolezze umane, alla fine, offrendo la sua vita, attraverso la sua morte per mano dei nazisti induce i ragazzi a riflettere su chi sia, in fondo, un eroe. Per concludere che «i veri eroi sono quelli che ogni mattino si alzano dal letto per andare incontro alla giornata che li attende, facendo onestamente il loro dovere», ben consapevoli che nella vita non ci si possa tirare indietro dicendo «non ce la faccio, sono fatto così», perché nessuno è «fatto così», mentre «ognuno decide chi essere, sempre». Consapevolezza alla quale, alla fine della storia, i ragazzi-attori arrivano ricordando a tutti che questa vita, imprevedibile ed intricata, offre continuamente e a ciascuno la grande opportunità: «Noi, ogni giorno, possiamo essere eroi!»... Redazione. Altre notizie su Ordine e Libertà da venerdì 26 aprile nelle edicole. |